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NOTE


(1) Il nostro valente sig. Alessandro Torri mi fa sperare che da’ torchj di Firenze, ove egli adesso si trova, manderà presto in luce con la diligenza e buon gusto che lo ànno sempre distinto, tutti quelli componimenti e memorie intorno alla storia di Giulietta e di Romeo, ed alle famiglie loro, che da lui con sommo studio raccolte, ed a me gentilmente fatte conoscere, varranno a documentare per esteso le osservazioni contenute in questa mia Lettera. Non saranno men care al pubblico le varianti ch’egli à raccolto intorno alla lezione delle due Novelle, del Bandello e del Porto.

(2) Bello anzi è notare, come il Dalla Corte sia sempre d’accordo con Dante nell’illustrare le cose di Verona. Così in quel luogo tanto disputato:

Qual è quella ruina che nel fianco
Di qua da Trento l’Adige percosse

nell’edizione di Padova rimane dubbiosa tutt’ora la spiegazione verace. Eppure basta aprire il Dalla Corte, e nel L. X. p. 608 (ed. di Ver. 1594) si trova registrato: che nel giorno 20 Giugno 1309 gran parte del monte sopra la chiesa verso Verona ruinò senza che alcuno s’accorgesse o di tremuoto o di vento — Vedasi bisogno assoluto di leggere assai nelle Storie antiche per chi voglia intendere la Divina Commedia!