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Aggiungasi che, bramosi i vicini luoghi di porsi in corrispondenza con questo centro di movimento, si apriranno tante nuove vie di contatto, le quali saranno nuova, ed inaspettata occasione di lavoro e guadagno a tanti altri. È dunque tanto lontano il danno che sotto questo rapporto si teme dalle strade ferrate, anzi così certo ed evidente il vantaggio, che sembra avere la divina provvidenza fatta sorgere questa nuova applicazione del vapore, onde trarre dalle conseguenze di questa medesima, il compenso ed il rimedio al male che applicato alle manifatture poteva aver recato.

Quest’apprensione che il raziocinio dovea escludere, ora è dalla costante ed universale esperienza dissipata e smentita; ma pure era a supporsi che agitasse le menti del volgo nella primitiva costruzione delle strade ferrate, e perciò richiamava la considerazione governativa. In fatti il sig. Petitti nella sua opera, delle strade ferrate italiane, e del migliore ordinamento di esse, pag: 96 n. 1 ci narra, di aver saputo dalla bocca degli stessi ministri Belgi che «All’apertura delle prime tratte di strade ferrate, temendosi che pel mancante lavoro, la numerosa classe dei vetturali che vi ha nelle principali città del Belgio, tumultuasse, il governo erasi provveduto per contenerli, occorrendo. Ma in breve il buon senso popolare fece ad essi comprendere come, anzi crescerebbe per loro l’occupazione ed il guadagno, con minor fatica ancora, come in fatti è seguito, vedendosi cresciuti i veicoli occupati a condurre dalle stazioni all’interno delle città gli arrivanti, e viceversa coloro che ne partono».

Passiamo ad esaminare, se coll’acceleramento dei viaggi si rechi danno ai consumi nei luoghi di fermata, il bisogno dei quali scomparirebbe; e pare che neppur