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naggi ben noti nella storia, qui dove furono tesori d’arte con munificenza principesca raccolti dai Vecchietti protettori e mecenati delle arti.3

Vicino a loro, oltrepassato il chiasso, ora richiuso alla sua imboccatura da una piccola cappella, era il palazzo de’ Rinaldi che faceva angolo colla Via oggi del Refe Nero, altra volta degli Arrigucci o degli Stracciaioli. Abitò qui quel Borgo di Rinaldo che tra la fine del XIII ed i primi del XIV secolo ebbe grande autorità e parte essenziale nelle vicende delle fazioni4.

Gli Zampini lanajoli cospicui, i Niccolini, ebbero qui vicino le loro case confinanti poi con quelle forti e grandiose degli Arrigucci che prospettavano la chiesa di S. Leo e giungevano fin presso a quella di S. Maria in Campidoglio.

Poi, seguitando il giro perimetrale, erano delle case dei Tosinghi che si spingevano anche nell’interno del ceppo di case, poi case degli Alfieri-Strinati, quindi dei Tornaquinci e poi, in Via tra’ Ferravecchi, gli Strinati di nuovo, poscia i Della Luna confinanti co’ Vecchietti. Tutti questi nomi hanno memorie infinite nei passati secoli della nostra storia. Potenti nei tempi delle fazioni, ricche di possessi e di aderenze, onorate da cittadini illustri, tutte queste famiglie oggi spente, ebber qui l’origine della loro grandezza. Gli Arrigucci discesi da Fiesole erano i protettori e difensori di quel Vescovado5, come i Tosinghi ed i consorti loro lo erano di quello di Firenze.

Gli Alfieri Strinati non ereno meno potenti: signori di torri e di palazzi ebber pure il patronato di S. Maria in Campidoglio; ma ghibellini fin da’ tempi lontani, subirono le sorti di questo partito quasi sempre soccombente a Firenze e perduta ogni loro ricchezza, dovettero esulare; e quando poterono tornare, fattisi di popolo, quasi a ricordo della loro sciagura e delle loro tristi vicende, si fecero chiamare Raminghi6. Nel 1427 erano già tornati ad abitare alcune delle loro case più modeste7 mentre la maggior parte di esse era de’ Borromei padroni in quei tempi di immense ricchezze e che avevano avuto la strana ambizione di acquistare quasi tutti i fabbricati posti attorno alla Piazza del Mercato e nelle località adiacenti8.

I Tornaquinci e la loro consorteria ebbero accanto agli Strinati delle casette e tra queste un’alta e forte torre che sporgendo dalla linea de’ fabbricati vicini prospettava la chiesa di S. Piero Buonconsiglio rendendo stretta ed incomoda la via, talché essa fu dal comune acquistata e demolita9. Agli Alfieri Strinati apparteneva il palazzetto cogli sporti, pur esso divenuto dipoi proprietà de’ Borromei. Il palazzo seguente fu in antico de’ Manfredi, ghibellini, banditi e scomparsi da Firenze, poi dei