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48 notte prima

celatamente al suo palagio, raccontò alla balia della figliuola tutto ciò che gli era avenuto, e come il re a grave supplicio aveala condannata. Il che intendendo, la balia dimostrò fuori segni di letizia, ma dentro fuor di modo si ramaricava; e, mossa a pietá della tormentata figliuola e vinta dal tenero amore che le portava, di Salerno una mattina per tempo se partí, e tanto dí e notte sola cavalcò, ch’al regno d’Inghilterra aggiunse. Laonde salita su per le scale del palagio, trovò il re che in una spaziosa sala udienza prestava; e, inginocchiatasi a’ piedi del re, li addimandò una secreta audienza di cose che all’onore della corona aspettavano. Il re, abbracciatala, la fece in piè levare, e presala per mano, licenziò5 la brigata e con lei sola si pose a sedere. La balia, ben instrutta delle cose occorse, riverentemente disse: — Sappi, sacra corona, che Doralice, tua moglie e mia figliuola: non che io l’abbia portata in questo misero ventre, ma per averla lattata e nodrita con queste poppe: è innocentissima del peccato, per lo quale fu da te a cruda morte miseramente dannata. E quando minutamente inteso averai e tocco con mani, chi fu l’empio omicida, e la cagione per cui egli si mosse ad uccidere i tuoi figliuoli, rendomi certa che tu, mosso a pietá, subito da sí lunghi ed acerbi tormenti la libererai. E se in ciò sarò bugiarda, mi offero di sofferire quella istessa pena che ora la misera reina patisce.— E, cominciando da capo, fino alla fine li raccontò a punto a punto tutto quello che era avenuto. Il re, intesa intieramente la cosa, diede fede alle parole sue, ed immantinente fece la reina, che era piú morta che viva, della sepultura trarre; e, fattala con diligenza medicare e ottimamente ricoverare, in breve tempo si riebbe.

Il re dopo fece uno apparecchiamento grande per tutto il suo regno, e raunò un potentissimo essercito e lo mandò a Salerno, dove non stette molto tempo che fe’ della cittá conquisto; e Tebaldo, con torte funi i piedi e le mani strettamente legate, in Inghilterra fu prigione condotto. E volendo il re aver maggior certezza del giá commesso fallo, severamente contra lui processe; e, messolo al martorio, diedegli delle buone.