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46 notte prima

con la Reina determinorono di dargli una bevanda di alloppiato vino. Venuta la notte, e fingendo il mercatante di esser stanco, una delle damigelle lo menò nella camera i figliuoli del re, dove era apparecchiato un bellissimo letto; e, innanzi che lo ponesse a riposare, disse la donzella: — Padre mio, avete voi sete? — A cui rispose: — Sí, figliuola mia; — e, preso un bicchiere che d’argento pareva, li porse l’alloppiato vino. Ma il mercatante, malizioso ed astuto, prese il bicchiere, e, fingendo di bere, tutto il vino sopra le vestimenta sparse, ed andossene a riposare.

Era nella camera de’ fanciulli un usciolo, per lo quale nella stanza della reina entrare si poteva. Il mercatante nella mezza notte, parendoli ogni cosa cheta, tacitamente nella camera della reina entrò; e, accostatosi al letto, le tolse un coltellino che per l’adietro adocchiato aveva che la reina al lato portava; e, gitosene alla culla dov’erano i fanciulli, ambeduo uccise, e subito il coltellino, cosí sanguinoso, nella guagina ripose; e, aperta una finestra, si calò2 giú con una fune tutta nodosa: e la mattina nell’aurora andatosene ad una barbaria si fece radare la lunga barba, acciò che conosciuto non fusse: e, vestitosi de nuovi panni larghi e lunghi, andò per la cittá. Le balie sonnogliose, all’ora solita destatesi per allattare i bambini e postesi su le culle, trovorono i fanciulli uccisi. Laonde cominciorono a gridar forte e dirottamente a piagnere, squarciandosi i capegli e stracciandosi i panni dinanzi e mostrando il petto. Venne subito la trista nova al re ed alla reina, i quali, scalci3 ed in camicia, corsero allo scuro spettaculo4; e, vedendo li figliuoli morti, amaramente piansero.

Giá per tutta la cittá era sparsa la fama dell’uccisione delli duo bambini, e come era giunto in la cittá un famoso astrologo, il quale secondo i vari corsi delle stelle sapeva le cose passate e prediceva le future. Ed essendo alle orecchie del re pervenuta la gran fama sua, il re lo fece chiamare; e, venuto al palagio, si appresentò a sua maestá. E, dimandato dal re se egli saprebbe dirli chi li fanciulli uccisi avesse, li