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112 notte terza


In mezzo del bel giardino eraci un albero che sopra un ramo aveva tre pomi d’oro; ed il guardiano, per espresso comandamento di Luciana, i custodiva che involati non fussero. Ma, non so come, il piú bello, non avedendosi il re, occultamente nel seno, gli fu posto. E volendosi partire il re, disse il guardiano a Luciana; — Signora, uno de’ tre pomi, ed il piú bello, ci manca: nè posso sapere chi involato l’abbia. — Allora Luciana al guardiano commesse che ad uno ad uno tutti diligentemente cercasse, perchè non era cosa di farsene poco conto. Il guardiano, poi che ebbe ben cercato e ricercato ognuno, a lei ritornò, e dissele che non si trovava. Il che intendendo, Luciana finse di molto turbarsi; e voltatasi al re, disse: — Sacra maestá, mi perdonarete se ancor voi sarete cercato; perciò che il pomo d’oro che ci manca, è di sommo valore, e molto piú l’apprezzo che ogni altra cosa. — Il re, che non sapeva la trama, pensando che in lui tal error non fusse, arditamente la veste si scinse; e subito il pomo in terra cadde. Il che vedendo, il re tutto suspeso e stupefatto rimase, non sapendo come in seno venuto gli fusse. Luciana, vedendo allora tal cosa, disse: — Signor mio, noi vi abbiamo carezzato e onorato molto, facendovi quelle accoglienze ed onori che degnamente meritate; e voi, in guidardone delle accoglienze, senza saputa nostra ne involate del giardino i frutti. Molto mi pare che verso di noi grande ingratitudine mostrate. — Il re, che di ciò era innocente, molto si affaticava in farle credere che egli il pomo involato non avesse. Luciana, veggendo che omai era convenevole tempo di scoprirsi e dare a conoscere al padre l’innocenza sua, con viso lagrimoso disse: — Signor mio, sapiateIII_I_1 ch’io sono quella Luciana, la quale infelicemente generaste e con Pietro pazzo e col fanciullo a morte crudelmente dannaste. Io sono quella Luciana vostra unica figliuola, la quale senza aver conosciuto uomo alcuno pregna trovaste. Quest’è il fanciullo innocentissimo senza peccato da me conceputo — e appresentogli il fanciullo. — Quest’altro è Pietro pazzo: il quale, per virtú d’un pesce chiamato tonno, sapientissimo divenuto, fabricò l’alto e superbo palazzo. Costui fu quello