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prospetto a quello un altro palazzo che occupava allora per grazia del duca il cardinale Aldobrandino nipote di papa Clemente vra; il qual palazzo del duca s’attiene a un bello e grande castello di difesa fatto all’antica con bellissime alte torri di molto bella apparenza poco lungi dalla piazza ».

Loda poi la cittadella fatta a somiglianza di quella d’Anversa e la buona guardia che si fa alle porte, non consentendosi ad uno straniero l’ingresso e lo stare più di tre giorni senza licenza del governatore.4

Jouvin nel suo viaggio d’Europa (1672) comincia a celebrare la nostra città. Parlando della chiesa di San Carlo (ch’egli crede per errore uffìziala dai Domenicani) dice che era frequentatissima e che ha veduto più volte alla porta della medesima più di cento carrozze ricchissime. Ed essendo note le ampie dimensioni delle carrozze d’allora, queste cento carrozze doveano occupare tutta la piazza, se pure Jouvin non v’ha comprese le bussole che erano anche molto in uso.5

In marzo del 1677 l’abate Pacichelli, napolitano, scrivea con abbondanza di encomio intorno alle grandezze Torinesi. Magnifici diceva i palazzi, comode le case; la piazza grande innanzi al real palazzo, vedersi spesso folta di carrozze; lodava la stupenda galleria d’arti e di storia naturale creata da Carlo Emmanuele i, dove trasse particolarmente la sua

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