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658 libro sesto

in queste parti così vitali della loro evangelica missione.

Il regolamento compilato dal teologo Guala fu approvato nel 1819. Nel 1822 il re Carlo Felice destinò la parte invenduta del convento di San Francesco al convitto fondato da questo degno ecclesiastico, e con patenti del 7 di gennaio del 1823 ne dichiarò I’esistenza legale. Un novello regolamento fu allora compilato, ed il re l’approvò commendando meritamente siffatta istituzione come utilissima all’avanzamento de’ giovani sacerdoti sì nella pietà, che nella scienza. — Questo convitto conta sessantadue ecclesiastici provenienti da varie diocesi.

Passiamo ora alla descrizione della chiesa.

Il primo altare a destra entrando, dedicato alla Annunziata, è patronato dei causidici. I marmi che l’adornano furono tolti all’altare della Vergine delle Grazie, che era addossato al secondo pilastro a sinistra, dove ancor se ne vede l’imagine miracolosa. Essa era anticamente in molta fama e divozione. L’8 d’aprile 1645 il giovinetto duca Carlo Emmanuele ii fece solenne entrata in Torino sotto ad un baldacchino di raso bianco, portato da quattro decurioni della città. Questo baldacchino, secondo l’antica osservanza, diventava proprietà del grande scudiere, marchese di S. Germano, che precedeva il duca colla spada sguainata. Il marchese ne fe’ dono alla Vergine delle Grazie, venerata in San Francesco.6