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656 | libro sesto |
affidandolo ad un frate di questa famiglia che tornava da Roma a Torino. Questa reliquia, memoranda anche per la persona del donatore, fu riposta sotto l’altar maggiore.
Il 21 di marzo 1787 giunse a Torino il cardinale Tommaso Ghilini d’Alessandria, e pigliò stanza nel convento de* Francescani. La sera del 3 d’aprile andò a letto dopo d’aver avvertito il cameriere che lo svegliasse la mattina per tempo, dovendo recarsi in Alessandria a far le funzioni della settimana santa. Verso un’ora dopo la mezzanotte chiamò il cameriere; accorse, e credendosi che pigliasse inganno intorno all’ora, gli disse: Eminenza, la sbaglia. Non sbagliava. Era la morte che chiamava il porporato ad un viaggio che non ha ritorno. Diffatti, dopo molti inutili soccorsi, in presenza di tutta la religiosa comunità spirò alle due ed un quarto. Il suo corpo riposa nel sepolcro della famiglia S. Martino di S. Germano sotto al coro, ed è strano che niuno de’ suoi attinenti abbia pensato di ricordare in una lapide il nome di questo principe della Chiesa, che fu il trentanovesimo cardinale degli Stati del Re (esclusa la Sardegna e Genova).5
Uomini di molta fama vennero sepolti in questa chiesa, ma le pietre che ne facean memoria sono state coll’usata negligenza rimosse in occasione di restaurazioni; ricorderò Cristoforo Nigello, che fu quarantadue anni professore di leggi, e poi