Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/659


capo primo 655

d’Agliè rifabbricò di marmi l’altar maggiore, e ne acquistò per tal modo il patronato che prima apparteneva all’estinta famiglia dei Borgesi, ed ebbe eziandio sotto al coro un famigliare sepolcro.

Nel 1761 fu di nuovo restaurata la chiesa, e ingentilita di maestosa facciata corinzia, disegno di Bernardo Vittone.

In una delle restaurazioni testè accennate, nello scavarsi una sepoltura si scoprì una mezza colonna con iscrizione relativa a Giuliano apostata, che fu portata all’Università.

Addì 16 d’agosto del 1777 un furioso colpo di vento abbattè la cima del campanile di questa chiesa; le campane cadendo ruppero il vôlto della cappella di San Pietro.4

Le memorie di questo convento che sarebbero state di grande interesse per la Storia di Torino, sia per l’entratura che ebbero i Frati minori negli affari del comune, sia per quella ancor più grande che ebbero per lunghi anni nell’Università, e come lettori e come soci del collegio teologico; queste memorie andarono tutte disperse nella bufera rivoluzionaria.

Noterò solamente che nell’anno 1765 il cardinale Ganganelli domandò al papa la facoltà d’estrarre un corpo santo dalle catacombe, e di donarlo a’ suoi conventuali di Torino; e che avutala, inviò loro il corpo di Sant’Innocenzo martire, d’anni xvii,