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superato non poche difficoltà suscitate da un negoziante francese17 stato licenziato dall’ufficio di procurator del convento, ne fece porre la prima pietra il 15 novembre di detto anno, essendo vicario fra Filippo di Santa Teresa.18 Questo laico piemontese benemerito del Carmelo, pubblicò poi colle stampe a Torino una relazione di que’ santi luoghi.19

Nel novero de’ frati di questo convento segnalati sopra all’ordinario esercizio delle virtù monastiche, ricorderò ancora Giovanni Maria Lubato di Carni (padre Alessio di Sta Maria), morto in questa città il 20 febbraio 1723, autore della vita di Margherita Forni, e di molte opere ascetiche, il cui catalogo si può vedere nella Bibliotheca Carmelitarum.

Ai 3 d’aprile del 1801 i Carmelitani Scalzi vennero dal governo repubblicano congedati. Addì primo di maggio del 1817 ricuperarono una parte del convento, ed in novembre dell’anno medesimo la chiesa che continua ad essere parrocchiale.20

Bella ed ampia è la chiesa di Santa Teresa, alla quale la pietà del cardinale Giambattista Rovero, arcivescovo di Torino, aggiunse nel 1764 una bella facciata a due ordini di colonne, sul disegno dell’architetto Aliberti.

Nel terzo altare a destra la tavola di S. Giovanni della Croce è opera del cav. Giovanni Peruzzini

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