Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
capo terzo | 587 |
Comunque sia il Valperga era scudiere di Margarita di Savoia duchessa di Mantova e poi viceregina di Portogallo, quando a un tratto lasciati i vaissimi onori cortigianeschi vestì l’abito religioso nell’eremo di Lisbona; in breve, compiuti gli studi, cominciò a predicare con molla facondia e con molto frutto nell’idioma di quelli nazione.
Chiamato a Torino ricusò costantemente le mitre che gli furono offerte, e fu principal cagione delle tante limosine con cui la pietà de’ fedeli sovvenne ai bisogni del suo convento. Ebbe parte principale nella direzione del monastero di Santa Cristina; e perciò merito principale nella perfezione di vita che vi rilusse. Fra le sue penitenti più chiare per santità di costumi vuoisi annoverare Margarita Roero, vedova d’Amedeo contedi Masino, che pigliò l’abito in quel monastero e si chiamò suor Isabella della Croce.
Narrasi del padre Valperga che, mentre il marchese Tana facea costrurre di fini marmi il maestoso altar maggiore (stato ai dì nostri distrutto e rifatto), egli salì un giorno sul ponte più alto; e schiodandosi una tavola precipitò da tanta altezza sul suolo, senza il menomo danno. Nel 1680 fu eletto defìnitor generale dell’ordine; ma in breve rinunciò non solo a quella carica, ma ad ogni voce attiva e passiva, e volle viver per sé solo e per le sue monache di Santa Cristina ed apparecchiarsi alla morte.11
Chiari furono altresì per bontà di costumi, per