importante e fu prima negletta, e poi infeudata a privati.
L’ebbero, nel secolo xvi, i Maletti, e poi gli
Scaravelli, dai quali la riebbe, per compra fattane,
Carlo Emmanuele i, quando nel 1583, volendo consecrare
a Dio quel luogo, fece por mano all’edilìzio
della chiesa e del convento sui disegni del
Vittozzi. Quel duca teneva, e con ragione, in molta
stima l’ordine de’ Cappuccini, e in gran numero sono
i conventi di que’ religiosi da lui fondati, o soccorsi
in tutto il Piemonte. Anche nel convento del Monte
desiderò d’averli; ed essi vi fecero il loro solenne
ingresso nel 1590. Nel 1596 il duca die ai Cappuccini
del Monte 665 volumi stati del fu vescovo d’Asti
Panigarola, di chiara memoria, con altri assai della
propria biblioteca, con legge che non potessero
essere estratti dal Convento ne trasferiti altrove.
La chiesa non potè venir ufficiata prima del 1611,
e solo nel 1658, regnando Vittorio Amedeo i, si
terminò d’adornarla di marmi, di stucchi e d’altri
fregi, che la rendono cospicua sopra tutte le chiese
dell’Instituto cappuccinesco, le quali d’ordinario non
rilucono se non per nettezza, e per una venusta
sebben povera semplicità.13 Qui il tabernacolo è ricco d’agate e di lapislazzuli. La tavola dell’Assunta
all’altar maggiore è di Pier Francesco Mazzuchelli
detto il Morazzone, egregio coloritore,
il cui ingegno era più adattato ai forti che ai
gentili argomenti. Fu molto adoperato da Carlo