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52 libro primo

a breve distanza dalla città sopra un benigno declivio del colle in faccia al ponte di Po. Dice il Grossi esserne stato architetto un Viettoli romano. Il principe ne fe’ dipingere le mura a fresco, effigiandovi fatti di storia antica. E la seguendo il lodevol costume che usava, essendo cardinale a Roma, raccoglieva un fiore d’eletti ingegni in accademiche conversazioni. Chiama vasi qui accademia de’ Solinghi quella che a Roma intitolavasi de’ Desiosi, nè consistevano i suoi esercizi nel recitar sonetti o madrigali, ma in ricerche filosofiche, in dotte disputazioni, in indagini matematiche. Ora si discorreva dell’arte del fortificare, ora del maneggio delle cose di Stato. Ora si fìngeva che uno dei Solinghi tornasse da un’ambasciata, e gli si imponeva di leggere una relazione sulle condizioni del paese da cui tornava. Usanza preziosa stata prima introdotta dai Veneziani.

Infine ogni arte cavalleresca, ogni filosofica disciplina, ed anche la scienza pratica degli statisti trattavasi in quella virtuosa palestra, che si raccoglieva per l’ordinario in un sito appartato del giardino che s’attiene alla vigna di cui parliamo.7

Dopo la morte del principe Maurizio, accaduta nel 1657, con gran lamento di tutti i buoni, e massime degli uomini di lettere,8 Luisa di Savoia, nipote e vedova di lui, lunghi anni abitò questa villa, della quale, assai si piaceva. Chiamavasi allora villa Ludovica; e solo ai tempi d’Anna d’Orleans,