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capo quarto | 51 |
Spiegavano in altra camera le loro utili pompe le fruita.
In breve, ogni stanza era consecrata ad una rappresentazione speciale.
Qua vedeansi i giocondi ricreamenti d’ogni maniera di musica, là gli esercizi della caccia e della pesca, ed ogni altro esercizio del corpo o il sibaritico piacer della mensa, e le fonti, e il mare.
E sempre alla scena effigiata, rispondeva un verso: eccone alcuni; non sempre puri dell’umor peccante del secolo, V affettazione, i giochetti di parole:
Concorde amor fa l’armonia dell’alme. |
Qui parla del fonte d’Ippocrene.5
Questa villa ebbe sorte infelice. Nel 1684 Maria Giovanna Battista v’allogò i poveri dello Spedale di carità, i quali vi rimasero qualche anno finche, pel disagio che pativano nella stagione invernale i superiori che vi si dovean recare, furono rimessi in città. Più tardi cadde in mani private,6 ed appena se ne vedono le reliquie.
La villa o vigna (secondochè noi appelliamo siffatte case di campagna) del principe Maurizio fu fondata