Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/51


capo quarto 47

cadere vittima del contagio tutti i loro congiunti, soli, inosservati infermavano, senza soccorsi morivano. Altri men fortunati, mentre eran vicini a spirar l’anima, vedean giungersi addosso una man di soldati francesi, o spagnuoli, che senza paura e senza riguardo maltrattandoli e ferendoli togliean loro lenzuola coltri e materassi, crescendo dolore al dolor della morte.

Tutte le campagne, tutte le strade che mettono a Torino si vedevano allora coperte di cadaveri di questi crudeli soldati che aveano rubato il veleno degli appestati da loro uccisi perchè si volean difendere, degli altri uccisi dal morbo e depredati; sicchè i beccamorti, scarsi di tempo, più scarsi di carità, li levavano su carrette che si vuotavano nel fiume Po.

« Nella vigna e nel proprio letto del medico Emmanuel Roncino si trovò un cadavero incognito, al quale non restò un minimo segno di carne, ne pelle, ne anco de’ ligamenti degli ossi, i quali però si trovarono aggiustati con l’ordine et disposizione datagli dalla natura, che lasciò molto tempo acciò gli servisse, come di sicura guardia, contra l’accostumato svaligiamento degli Alemanni i quali, entrando et vedendo quell’orrendo spettacolo, subito abbandonavano l’impresa et si ritiravano ».2

Ben si può dire che la pestilenza fece allora l’estremo di sua possa. Per buona sorte quella terribil visita fu visita di congedo, ne Torino l’ha più riveduta.