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capo sesto | 455 |
sia stato in paese straniero preconizzato. Morì a Napoli in marzo del 1625 d’anni 56, e mostrò in sul declinar de’ suoi giorni così profondo sentimento di dolore de’suoi peccati, e massime degli oltraggi dati al buon costume, che mosse a pietà tutti gli astanti. Finì la vita pronunciando il versetto: Miserere mei Deus, secundum magnani miserìcordiam tuam. Fu sepolto con pompa regia in San Domenico maggiore di Napoli.
Ma finita sì lunga descrizione torniamo al palazzo dei duchi di Savoia.
Carlo Emmanuele ii cominciò la nuova fabbrica del palazzo reale negli ultimi anni del suo regno co’ disegni del conte Amedeo di Castellamonte. Essa fu proseguita da Maria Giovanna Battista e dal re suo figliuolo. Grandi ne sono le proporzioni, ma non soda a gran pezza come ne apparisce la struttura. Nel sito in cui ora si vede la cancellata di ferro, un eleganle padiglione ornato di colonne, di marmi e di statue serviva come d’antiporta al palazzo, e compensava il difetto d’ornamenti nella facciata. Da quel padiglione mostravasi al popolo l’insigne reliquia della SS. Sindone; e furono talora a simil festa fino a sedici vescovi ed un cardinale.21 Dopo di essersi esposta alla pubblica venerazione dal padiglione, esponeasi ugualmente per maggior appagamento del popolo dalle due gallerie del castello, come abbiam veduto farsi nell’auspicatissime nozze