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capo sesto 439

Ricci suo suocero, una alterazione d’un mandato per esigere due volte la medesima somma, ed un libello famoso; reati tutti difficili a credersi, più difficili a provarsi. Nondimeno l’infelice Blancardi fu condannato da una delegazione speciale alla pena di morte, previa la degradazione e la tortura. Spogliato colle consuete cerimonie di tutte le nobili insegne che portava ed anche della laurea dottorale, fu messo al tormento, donde più morto che vivo12 condotto alla piazza, che trovasi presso la porta della cittadella, ora ombreggiata da annosi viali, gli fu sur un alto palco tagliata la testa.

Il cadavere rimase tutto quel giorno esposto in quel luogo in mezzo a molti doppieri accesi. Questa tragica scena fu a’ 7 di marzo 1676, e ai considerar quanl’odio avea dovuto accumulare sopra al suo capo il processo che andava formando contro al conte Catalano Alfieri, personaggio sì potente per seguito e per parentadi, come pigliato per un misfatto sia stato condannato per altri di ben diversa natura e tali che agevolissimo era in quei tempi impetrarne per danaro la rimessione; come sia stato acerba sopra ogni ragione la pena, e come tutto ciò accadesse nel mentre si moltiplicavano i favori al conte di Magliano figliuolo del defunto conte Alfieri, e si cancellava nelle lettere patenti date a chi gli succedette nella carica di luogotenente generale della fanteria ogni espressione che ne potesse offendere la memoria; come infine alle ed attive influenze