Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/413


capo sesto 409

qualche distanza dal palazzo, e lasciavano tra loro e dai due lati sufficiente spazio a comode strade. In uno di questi recinti era la fonderia, che fu poi demolita nel 1660.

Il castello (castrum portae Phibellonae) esisteva da tempi antichi, ed ho qualche sospetto che sia questa la casa forte che Guglielmo vii v’aveva edificato nel tempo in cui signoreggiò la città di Torino.4 Verso la meta del secolo xiv Jacopo di Savoia principe d’Acaia, vi facea murare una casa. Amedeo vi (il Conte Verde) vi negoziò nel 1381 la famosa pace ira Venezia e Genova. L’ultimo principe della linea d’Acaia, Ludovico, due anni prima di morire facea ricostrurre le torri alte e robuste che si vedono ancor di presente (1416).

Aveva allora il castello una gran camera di paramento, ossia de’ ricevimenti solenni al piano terreno. Un’altra gran camera di paramento al piano superiore; una gran sala al piano superiore ove desinava il principe. Contenea ix mense e due buffetti. Vi si vedeva un orologio colla campana: una sala bassa pe’ famigli con otto mense: una loggia guernita di panche sopra la porta grande del castello; una loggia sulla pusterla: un’altra loggia ove lavoravano i segretari; la camera di bon droyt dov’era il letto nuziale; una camera sopra la cucina col pello, cioè col riscaldatolo comunicante il calore della cucina, per dormirvi l’inverno. Ogni camera avea la sua

Vol. II 52