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370 | libro terzo |
cavaliere Federigo Zuccaro. Prima del 1500 questa cappella intitolavasi a San Francesco.
La tavola dell’altare di Sant’Eligio fu dipinta dal già lodalo Caravoglia. Appartiene questa cappella all’università de’ panattieri, uno de’ quali, Matteo Mota, donò il tabernacolo nel 1665, l’altro, Martino Gianineto, fece l’altare di marmo nel 1680, come appare da due iscrizioni.10 La tavola di San Massimo è di mano del Casella, quella di Sant’Onorato del cavaliere Delfino.
L’ultimo altare di questa navata presso alla porta, dedicato a S. Giovanni, S. Maurizio, S. Turibio Beccuti, S. Secondo e varii altri santi, è molto negletto, ed il quadro che è sopra l’altare, è rotto in più luoghi; e dovrebbe tenersi in maggior conto, essendo dipinto da Guglielmo Caccia detto il Moncalvo; pittor nazionale di bella fama, e se non correttissimo nel disegno, abbondante nelle invenzioni e mirabile per la freschezza del colorire.
La statuetta del Santo Precursore nel battistero, è di mano del già lodato Stefano Maria Clemente.
A’ tempi della visita di monsignor Peruzzi vescovo di Sarcina, le cappelle della chiesa metropolitana erano più di venti, due delle quali nel sito ove ora s’aprono gli scaloni del Santissimo Sudario; ma nella massima parte, per incuria de’ patroni od ecclesiastici o laici, non solo disadorne, ma squallide e sfornite, con altari di legno, senza croce