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218 libro secondo

orlata di case di varia altezza e d’ogni forma. Carlo Emmanuele iii volle nel 17369 che si raddrizzasse, e tutte venissero col volger degli anni ricoslrutle con disegno uniforme le case che le fanno siepe. L’ultima ad essere ricostrutla ed allineata fu quella che sorge innanzi a San Dalmazzo, propria una volta de’ marchesi d’Angennes, poi del conte Galli, tanto benemerito della patria storia, per opera del quale fu riedificata ai nostri tempi.

In seguito a tale disposizione, Dora Grossa è oggi una delle più belle strade del mondo, benchè l’altezza delle case e l’aprirsi che fa a ponente e verso le alpi la renda alquanto scura e malinconiosa.

Dora Grossa fu la prima strada ornata ai due lati di marciapiedi in grosse lastre di pietra, un tempo rialzate alquanto sopra il suolo, ora rifatte ed agguagliate al livello del medesimo. Le strade sono lastricate a ciottoli, fra i quali il mineralogo distingue serpentine durissime d’un verde cupo, alcuna volta macchiate di bigio e venate di verde chiaro, capace d’un bel pulimento; la variolite che si trova nella Dora e nel Sangone, che serve d’amuleto agli Americani; la diarage smaragdite verde di Saussure; quartzi giallastri o rossigni, talvolta d’un rosso di corallo ed alcuni semitrasparenti: più raramente il quartz giallo, seminato di mica dorata che costituisce l’avventurina, e che si trova talvolta nella Stura e