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44 | libro primo |
Giulia da Cesare; forse perchè qui come in luogo vicino al confine d’Italia avesse data stanza ferma a qualche ala di soldati,1 assegnando loro certa porzione d’agro; non già perchè vi sia stata vera deduzion di colonia come a Bologna, Pesaro, Pollenzo, Parma, Modena, Saturnia, Aquileia, Gradisca, Lucca.
Uopo è credere che, seguendo l’esempio d’altre città socie ed ausiliari di Roma, i Taurini avessero già prima confermato, ad imitazione di quella, molte parti del viver politico. Il nome romano rifulgeva ornai di purissima gloria. Il governo romano era fatto per lusingare i popoli, e soprattutto la plebe, che negli altri paesi era men che nulla, ed a Roma avea sì grande porzion di governo, che d’essa principal mente si fecero poi scala i Cesari al supremo comando. La legislazione Romana conteneva precetti d’inestimabile sapienza. I diritti di proprietà, quelli della famiglia, la fazione dei testamenti, limitata dal diritto della porzione legittima, la costituzione municipale, il dominio della città sul suo agro, lo scompartimento de’ tributi, le vie militari, gli acquedotti, i teatri, le terme, gli argini, i portici, le mura e le fortificazioni delle città, i pubblici monumenti in somma tutti improntati d’un tal suggello di grandezza e di perpetuità, che la mente e il cuor pusillo dei loro tardi nepoti ne rimangono spaventati; tuttociò era fatto per innamorar i popoli a seguirne l’esempio,