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392 libro quinto

Il vagar dà porci senza custode fu proibito fin dal 1328, non per un riguardo di polizia, ma nell’interesse fiscale, perchè il comune dovea pagare ai padroni il prezzo di quei che si trovavano uccisi. Ma non potè estirparsi l’abuso di lasciarli pascolar in città, a malgrado di replicali divieti fino al se­colo xvi.4

I Giudei furono ammessi in Torino l’anno 1424, probabilmente in odio de’ prestatori cristiani, e per­chè si contentavano di minor merito pel danaro che davano a mutuo. La cagione apparente di riceverli fu, perchè conversando co’ cristiani, dall’esempio di questi e da divina ispirazione fossero tocchi a riconoscere i loro errori, a pigliar la via della sa­lute, ad adorare il loro Re Gesù Cristo. Elia Alamandi colla sua famiglia fu il primo a stabilire la sua residenza in Torino. Per molli anni vissero fram­misti ai cristiani; anzi s’impacciavano perfino nel mestier del beccaio. Ma il comune lo vietò, e nel 1457 ebbe ricorso al consiglio ducale onde ridurli ad abitare in luogo appartato.

In settembre del 1437, il comune prescrisse si selciasse la via di Dora Grossa da chi possedeva casa sovr’essa. Due anni dopo si lastricò di mattoni cotti la piazza del mercato. Ma il selcialo delle altre vie e piazze non fu compiuto che nel secolo XVI, seb­bene l’opera s’andasse lentamente continuando.5

La distruzione dei banchi delle beccherie fu