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272 libro quarto, capo secondo

riconoscessero quella terra dal comune, e gliene facessero omag­gio, come di feudo gentile. Per virtù di questo giudicio d’arbitri, che violava l’accordo del 1285, pretesero poi nel 1340 i Torinesi che ingiustamente possedesse Moncalieri il territorio di Stupinigi, e n’ebbero gran quistione con quel comune, il quale dal suo lato volea occupare Borgoratto ed altre ap­partenenze di Drosio. Ma il voto dei giudici man­tenne Moncalieri nel possesso di Stupinigi, e Torino nel possesso di Borgoratto e delle altre appartenenze di Drosio, anche al di là dei Sangone.4

Il 30 d’ottobre 1310, fu il giorno in cui fece la sua entrata in Torino Arrigo vii, con Margarita di Brabante sua moglie, Maria di Brabante, seconda moglie d’Amedeo v, sua cognata, con Amedeo v e col sire di Vaud. Copiosa squadra di genti germaniche e savoine l’accompagnavano. La regina e la contessa andavano in cocchio. Il re de’ Romani, il conte di Savoia, i baroni della corte a cavallo. Su sessanta pennoncelli di zendado, splendeva la croce bianca in campo vermiglio, arme novella de’ principi di Sa­voia. Ugo di Bressieu, Giovanni di Beauvoir, Gio­vanni Arthoud, cavalieri, erano i principali baroni che accompagnavano Amedeo v.5