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150 libro secondo

parole usate in questa lettera di Belegrimmo a suo riguardo, e da quelle di cui si vale il cronachista Novaliciense2 raccolgo che già fosse marchese nel 950, quando venne il re Lotario a Torino.

Belegrimmo, abate, fu quello che, vedendo i suoi monaci nel monastero de’ Santi Andrea e Clemente, presso al castello di porta Segusina, patir troppo di­sturbo dalla frequenza del sito, li allogò invece presso la chiesa di Sant’Andrea, lungo il muro della porta comitale 3

Quest’abate credesi autore dell’inno che si canta per l’Assunta. Era uomo di molte lettere, dice la cronaca, ma ignorantissimo di tutte le cose di questo mondo, benché nobile di schiatta; talché mangiava senza mai lagnarsi qualunque cibo gli fosse appa­recchiato, mentre i famigli in cucina si deliziavano delle vivande più delicate.4 La cronaca sembra apporglielo a colpa. Può esser error di governo; ma può essere ancora indizio di virtù.

Comunque sia, il marchese Arduino Glabrione si mantenne in gran potenza nella contea di Torino, e negli altri suoi Stati, non solo durante il regno di Berengario ii, ma eziandio nel tempo d’Ottone i, da cui gliene fu confermato il possesso.5

Nel 972 condusse o mandò soldatesche al conte Robaldo in Provenza, per aiutarlo a scacciare i Saracini da Frassineto.