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140 | libro secondo, capo quarto |
agli altri egli era il sospirato, l’aspettato da tutti, il pio liberatore, nuovo Davidde, novello Carlomagno
A Milano la dieta de’ principi si accingeva a deporre l’odiato provenzale, quando costui li mandò ricercando di aver riguardo all’innocenza ed alla giovinezza del re Lotario suo figlio. Egli se n’andrebbe in Provenza; e non esser dovere che Lotario portasse la pena de’suoi peccati. Ebbe infatti la dieta pietà di Lotario, giovane d’egregia indole, e molto dissomigliante dal padre. Berengario medesimo se ne con tentò. Se non che Lotario ebbe il nome di re, ma da quel punto il vero sovrano fu Berengario. Questi era marchese di titolo, ma re di fatto, come dice Liutprando; laddove Lotario non aveva nemmeno l’autorità d’un conte. Pure di quel simulacro d’autorità sarebbe incresciuto a Berengario, se fosse vero, come ne corse voce, che la morte di Lotario avvenuta a Torino il 22 di novembre 930 gli fosse stata procurata col veleno.6 Meno d’un mese dopo Berengario ii univa all’esercizio della regal podestà anche il titolo che sol gli mancava.