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108 Progressi e Decadenza dell’Arte

a Canaco, a Calamide1, e a Mirone medesimo2: sebbene tra questi Canaco fosse posteriore a Fidia, essendo scolaro di Policleto3, e fiorisse nell’olimpiade xcv.4.

§. 3. Tal rimprovero fatto dagli scrittori, i quali giudicar vollero d’un’arte che non ben conosceano, fu talora, egualmente mal a proposito, ripetuto a’ nostri giorni riguardo agli artisti moderni. Cosi le figure di Raffaello, nelle quali si scorge in mezzo ai più arditi tratti un disegnar franco, e un contornare esatto, da alcuni, che le hanno paragonate colla morbidezza de’ contorni, e colle molli e ritondette forme del Correggio, sono state riputate taglienti e dure; e tal giudizio ne portò Malvasia, uomo di poco gusto, che ha scritte le vite de’ pittori bolognesi. Nello stesso modo ad un inerudito lettore aspri suonano, e sembrano rozzi e negligentati gli Omerici numeri, e l’antica maestà e nobile facilità di Lucrezio o di Catullo, in confronto dei maestosi versi di Virgilio, e dei teneri modi d’Ovidio. Luciano però annovera la statua dell’Amazzone Sosandra, lavoro di Calamide, tra i quattro più eccellenti modelli della beltà femminile; poiché descrivendo egli una sua ideale bellezza, non solo prende da quella statua l’intero panneggiamento, ma eziandio l’aria modesta del volto, e’l sorriso passeggiero e coperto5.

§. 4. E’ da notarsi altresì che nell’arte lo stile d’una data

epoca non è generale a tutti gli artefici, come tutti non hanno lo stesso stile gli scrittori contemporanei. Diffatti se degli antichi scritti non altri ci fossero pervenuti fuorchè quei di Tucidide, non giudicheremmo. noi erroneamente che, siccome questo storico, così scritto avessero con tal brevità e concisione da rendersi oscuri anche Platone, Lisia,


e Se-


  1. Quintil. Inst. orat. lib. 12. cap. 10.
  2. Plin. loc. cit. §. 3.
  3. Paus. lib. 6. cap. 13. pag. 483. lin. 27.
  4. Vedi appresso al libro IX. capo iiI. §.2. e segg.
  5. Imag. §. 6. op, Tom. iI. pag. 464.