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vinciali delle brigate, ordinato l’armamento della guardia nazionale, e l’organizzazione di diversi nuovi battaglioni di cacciatori, si recavano lentamente ad effetto tali misure; ed altre essenzialissime disposizioni, quali sarebbero l’acquisto di armi e cavalli, l’ordinamento del treno di artiglieria, e la celere confezione degli oggetti tuttora mancanti di equipaggio, venivano ritardate o neglette. Non è così che poteva prepararsi una guerra in otto giorni; eppure nulla maggiormente interessava che l’intraprendere una guerra subitanea, per cui prendendo noi l’offensiva, avremmo colto gli Austriaci alla sprovvista senza dar loro il tempo di fortificarsi in Milano1, l’ardore marziale di nostre truppe si sarebbe trasportato coll’ebbrezza di un primo successo al sommo grado, ed un generoso furore nel popolo lombardo sarebbe succeduto all’estasi in cui la sorpresa e la gioia di nostra rivoluzione avealo rapito.
Nelle guerre politiche sonvi di preziosi momenti che, trascorsi, si perdono per sempre; e Carlo Alberto sembrò guardarsi ben bene dall’afferrar quello che si presentava al suo coraggio. Diversi milanesi, nei primi giorni di sua reggenza, vennero ad offrirgli braccio, sostanze e quanto era in potere de’ loro concittadini, ma il capo di un governo costituzionale, la cui caduta era certa senza una insurrezione italiana che lo appoggiasse, accolse freddamente quelle esibizioni.
Dov’era dunque andata, o principe, l’antica vostra smania di liberare l’Italia dallo straniero? Donde
- ↑ Le disposizioni per la ritirata erano già state date.