Pagina:Storia della rivoluzione piemontese del 1821 (Santarosa).djvu/127

 
 
107



colle quali vi sono compendiati gli avvenimenti della rivoluzione ed esposte le condizioni dello Stato. Soggetto di profonda ed animata discussione riuscì per così dire lo specchio de’ principii e dello spirito ond’era animata la maggioranza della giunta *.

La giunta preparava di notabili miglioramenti nelle leggi e nell’interna amministrazione. Dalpozzo, la cui attività erasi in quei procellosi giorni prodigiosamente spiegata, avea presentato importanti progetti, n’era stata riconosciuta la utilità, ma sebbene la giunta fosse bramosa di riformare o migliorare gli ordinamenti dello Stato in senso dei principii di costituzionale libertà, pur volle astenersi da qualunque mutamento che, rapido troppo, potesse originare disordini.

Ma a porla in assai scabrosa posizione sopraggiunsero gli atti della commissione di governo formata in Genova dopo la giornata del 23 marzo, la quale, costretta dalle concitate damande del popolo, avea dovuto diminuire d’una metà il prezzo del sale e qualche altro dazio d’entrata, di cospicuo emolumento per lo Stato. La giunta di Torino non poteva sanzionare quei provvedimenti senza causare un vuoto considerevole nelle finanze; imperocchè la diminuzione del prezzo del sale fatta per Genova bisognava di necessità estenderla a tutto il Piemonte; quindi ella adottò l’espediente di decretare la diminuzione d’un quarto sulla vendita generale del sale

* Ci spiace assaissimo non poter inserire, assieme agli altri decreti, relativi alla instituzione dei capi politici, questo che molto ci stava a cuore; ma le ricerche per averla furono vane (Vedi Doc. V. X.).