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i ministri fanno il loro. Carlo Alberto sarà rinfrancato dalla vostra animosa concordia, e il re Carlo Felice vi ringrazierà un giorno d’avergli conservato il trono. »
Questo ordine del giorno venne da lui comunicato alla giunta, che, trovandolo ne’ suoi termini in opposizione collo spirito di quanto avea deliberato nel giorno innanzi, ricusò di approvarlo. «E voi disapprovatemi, rispose Santarosa, non tralascerò per questo di fare il mio dovere.»
Da quella pubblicazione ebbe a sentire il Piemonte che il governo costituzionale non era ancora sparito. Giammai atto di ministro produsse maggior effetto sugli animi1, nè richiedevasi di meno a rinvigorirli, dopo la tremenda scossa che aveano provato per la fuga di Carlo Alberto.
Nè a sterili parole soltanto limitandosi il ministro, spedì all’istante corrieri per tutte le parti del regno, a mettervi in movimento le truppe. Cinque battaglioni della guarnigione di Genova, tre di quella di Nizza e di Savona, e tre di quella di Savoia ricevettero l’ordine di portarsi in Alessandria a marcie sforzate. Fu rimesso al generale Bellotti il comando della divisione di Novara, in rimpiazzo del generale Della Torre di cui si era appresa la diserzione. Si affidò al generale Ciravegna il comando dei corpi di Novara, commettendogli di appoggiare colle sue forze e colla sua autorità il ge-
- ↑ M. Alfonso de Beauchamp cita invece, comme l’atto il più ardito che uscisse da penna di ministro, l’altro ordine del giorno del 27 marzo (Vedi Doc. P), ma queste sue espressioni si addicono meglio a quello del 23, come al solo che abbia avuto dell’influenza sugli avvenimenti.