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182 | storia |
Ci racconta pure il conte Solaro della Margherita di certe visite di alcuni antichi amici o consiglieri che, lui ministro, per certe vie segrete ivano a Carlo Alberto, e con lui mantenevano misteriose relazioni.1
Il Mazzini poi senza reticenza veruna, dice che Carlo Alberto erasi ascritto alla setta dei Carbonari.2
Le son queste se non prove evidenti, presunzioni più che ragionate di decisa tendenza in Carlo Alberto a mettere ad effetto i progetti suoi, e di chi lo consigliava di farsi re o signore d’Italia. Gli scritti del Gioberti, che già eran venuti in luce, tendevano a preparare il terreno per gradi, affine di renderlo un giorno produttivo della grande trasformazione politica. Di più molti opuscoli si pubblicavano, ove parlavasi sempre della necessità di avere un’Italia unita e forte sotto lo scettro di un solo.
Nelle opere del Gioberti si conferiva è vero al papa un primato, ma un primato morale, e s’insinuava che il solo stato che potesse rappresentare in Italia la forza, l’unico che potesse prenderne efficacemente le difese, l’unico che per la sua posizione ne guardasse l’accesso, era il Piemonte. Il Piemonte era in somma designato come il baluardo, il presidio, e il sostegno, non morale e razionale soltanto, ma effettivo, materiale, armato, della italiana penisola.
Che diremo poi della medaglia fatta coniare in Piemonte, ove da un lato vedevasi il busto di Carlo Alberto, un leone dall’altro, colle armi di Savoia, in attitudine di aspettazione, e colla leggenda: Je atans mo anstre (J’attenda mon astre), Attendo la mia stella? E questa medaglia fu perfino prodotta in disegno dal conte Pompeo Litta nella sua grand’opera sulle famiglie celebri italiane. Ce ne parla il conte Solaro della Margherita nel suo Memorandum.3 Ce ne parla pure il Gualterio e ci racconta inoltre che
- ↑ Vedi Solaro della Margherita, Memorandum, pag. 413.
- ↑ Vedi Mazzini, Scritti editi e inediti vol. 1, pag. 46, edizione di Milano.
- ↑ Vedi Solaro della Margherita, Memorandum, pag. 339.