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della rivoluzione di roma | 181 |
storia, gli tracciò nel 1831 la via da doversi tenere, e lo consigliò a farsi re d’Italia.1
Eletto nel 1833 suo segretario di stato e ministro degli affari esteri il conte Solaro della Margherita, questi ebbe agio di chiarirsi ne’ discorsi col medesimo, che era profondamente avverso all’Austria e vagheggiante la possibilità di liberar l’Italia dalla sua dipendenza. Con tutto ciò Carlo Alberto detestava i rivoluzionari, ma temevali e non dissimulava che ne sarebbe stato tosto o tardi la vittima.2
Nel 1848 credette giunto il momento di realizzare i desideri della sua giovinezza, e si gettò apertamente nel movimento. E come del movimento insurrezionale del marzo davasi la iniziativa a Pio IX quasi ch’ei ne fosse l’anima,3 così Carlo Alberto volle esserne il corpo, e quindi s’intitolava da se stesso la spada di Pio IX, e più tardi fu chiamato la spada d’Italia.4
Dipoi i ducati di Modena e Parma davansi & Carlo Alberto; e ci racconta la storia siccome per leggi del 27 maggio Piacenza, del 16 giugno Parma e Guastalla, del 21 giugno Modena e Reggio, ottenessero la loro annessione al Piemonte.5
Più tardi ebbe luogo ancora la fusione del Piemonte colla Lombardia e con la Venezia: e se quest’ultima se ne staccò per ritornare repubblica, fu soltanto dopo l’armistizio Salasco, nell’agosto del 1848.
- ↑ Vedi la detta lettera nella Collezione completa degli opuscoli liberali pubblicati nelle legazioni pontificie dall’epoca dell’invasione austriaca accaduta nel marzo 1831. Ginevra, 1831 vol. 2, pag. 102. Detta lettera è così intitolata: A Carlo Alberto di Savoia un Italiano — Se no, no.
- ↑ Vedi conte Solaro della Margherita, Memorandum storico politico, pagina 21.
- ↑ Vedi il proclama di Carlo Alberto nella Gazzetta di Roma del 7 aprile 1848.
- ↑ Vedi l’Epoca del 27 marzo pag. 34. — Vedi Montecchi, Fatti e documenti riguardanti la divisione civica e volontari ec. pag. 79.
- ↑ Cibrario, opera citata pag. 48.