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retribuiti di un onorario mensile corrispondente, e dovranno riunirsi presso il ministero dell’interno cui appartiene la sopraintendenza alla censura della stampa periodica.»

Tralasciamo la indicazione di altri dodici articoli perchè ci sembrano di minore importanza, e passiamo oltre.

Il circolo romano, il quale in grazia della eccezionalità dei tempi aveva acquistato tale influenza, da tenersi quasi in conto di corpo deliberante, elesse a suo presidente il duca Don Michele Caetani principe di Teano, ed a vicepresidente Don Filippo dei duchi Lante di Montefeltro.

Questi due individui, assennati entrambi, e d’idee temperate forniti, dettero qualche speranza che quelle del circolo non trasmodassero intempestivamente, e fortificassero invece l’elemento romano che ne costituiva l’essenza, e che trovavasi assalito da molti elementi eterogenei i quali eranvisi traforati, ed avrebber potuto fargli cambiare forma e colore.

Appunto in questi momenti venne presentato al circolo romano un indirizzo elaborato in Torino, in nome degl’Italiani dell’unione, e diretto al re di Napoli, affinchè cambiasse la sua politica, accedendo a quella di Pio IX, di Carlo Alberto, e di Leopoldo. Tale indirizzo veniva riportato dal Risorgitnento, ed aveva per prima sottoscrizione quella di Cesare Balbo, e per ultima quella del conte Camillo di Cavour.

Presentato che fu l’indirizzo al circolo romano per l’adesione ai principi in esso sostenuti, vi apposer la loro firma circa una trentina d’individui, i cui nomi vennero registrati dalla Pallade.1

Tale indirizzo parve un atto di grave momento, sia per l’espressioni in esso contenute, sia perchè si vide che conosciutosi appena nel regno di Napoli o pochi giorni dopo, accadde prima la rivoluzione in Palermo e poscia in Napoli;

  1. Vedi la Pallade numeri 134, 135 e 139.