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occorse e delle quali facciamo un riepilogo affinchè raffrontandole insieme, i nostri lettori possano meglio apprezzarne l’importanza.

E primo fra tutti si presenta in iscena il consiglio agrario tenutosi in Casale il 30 agosto, ove bastarono alcune calde parole del re Carlo Alberto al conte di Castagnetto per accendere gli animi e provocar subito un indirizzo dei Casalesi accorsi anche dalle provincie del regno: indirizzo il cui senso chiaramente rispondeva alle bellicose parole del re. Messina poi levavasi a romore il primo settembre fra le grida di viva l’Italia.1

L’8 di settembre si vider subito per tutta Italia dei moti i quali sotto colore di festeggiare Pio IX, indicavano evidentemente che un accordo esisteva fra i regolatori dì queste faccende onde provocare nelle città principali d’Italia tali manifestazioni in cui apertamente si venisse gridando: viva l’Italia. E in fatto nello stesso giorno in cui facevasi in Roma una di queste dimostrazioni patriottiche, se ne facevano eziandio in Firenze,2 in Livorno,3 ed in Milano;4 nè mancaron dei conflitti fra la truppa e il popolo che produssero arresti e spargimento di sangue. In Genova poi il conflitto fu più che altrove accanito, e si ricercò perfino il mortaio che nel 1746 vomitò fuoco contro gli Austriaci.5 Una petizione frattanto sottoscritta dall’arcivescovo e dai sindaci del municipio genovese, diretta a Carlo Alberto, esprimeva gli stessi sensi che aveva espresso il congresso di Casale.

In Novara fu una simile dimostrazione il 12 di settembre accompagnata da un bando dei sindaci. A Firenze lo

  1. Vedi la Pallade dell’11 settembre 1847 n. 56.
  2. Vedi L’Alba n. 35, 37, 38, 39, 40 e 41.
  3. Vedi la Pallade n. 57. pag. 4ª. — Vedi il Mondo illustrato pag. 595. — Vedi Ranalli vol. I, pag. 262. — Vedi il Corriere livornese n. 23.
  4. Vedi la Pallade del 17 n. 61. — Vedi Farini vol. I. pag. 265.
  5. Vedi la Pallade del 15 n. 59.