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gramma di Machiavelli divenuto europeo e tornato in Italia. La base della forma è la verità dell’espressione, la sua comunione diretta col contenuto, risecata ogni mediazione. È la forma di Dante e di Machiavelli riverginata con esso il contenuto.
Il contenuto è lirico e satirico. È l’uomo nuovo in vecchia società.
L’uomo nuovo non è un concetto o un tipo d’immaginazione; ha tutte le condizioni della realtà, è esso medesimo il poeta. Protagonista di questo mondo lirico è Giuseppe Parini, che canta sè stesso, esprime le sue impressioni, si offende, così com’è nella ingenuità della sua natura. Spariscono i temi astratti e fattizii di religione, di amore, di moralità. Tutto è contemporaneo e vivo e concreto, prodotto in mezzo al movimento dei fatti e delle impressioni. Il poeta ritirato nella pace della natura e nella calma della mente sta al di sopra del suo mondo, e sente le sue agitazioni, i suoi piaceri e le sue punture, ma non sì che giungano a turbare l’eguaglianza e la serenità del suo animo. Ci è in questo uomo nuovo una vena d’idillio e di filosofia, come di uomo solitario, più spettatore che attore, avvezzo a vivere tranquillo con sè, a conservare l’occhio puro e spassionato nel giudizio delle cose. Ci è nel poeta un po’ del pedagogo, ammaestrando, librando con giusta misura i fatti umani. Ma il pedagogo è trasfigurato nel poeta, e vi perde ogni lato pedantesco e pretensioso. Il suo amore per la vita campestre non è misantropia, anzi è accompagnato con la più tenera sollecitudine per l’umanità. La sua rigidità pel decoro e l’onestà femminile è raddolcita da un vivo sentimento della bellezza. La sua dignità è scevra di orgoglio, la sua severità è amabile, la sua virtù è pudica, piena di grazia e di modestia. Ne’ suoi concetti e nei suoi sentimenti ci è sempre il limite un’armonica temperanza, dov’è la sua perfezione