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mente IV (anno 1268), non poterono colorire il loro disegno che nel 1271, dopo la elezione, a Sommo Pontefice, del loro amico e protettore Tebaldo Visconti (Gregorio X). Il quale, chiamatili in Acri, ove allora si trovava, «li ricevette graziosamente, e diede loro due frati, di quegli del Monte del Carmine, i più savi che fossero in quel paese, l’uno dei quali era frate Niccolao da Vicenza, e l’altro frate Guglielmo da Tripoli, acciocchè con essi andassero al Gran Can; e diede loro lettere e privilegi, ed impose l’ambasciata che voleva facessero a lui»1. Se non che, avendo il Sultano mamelucco del Cairo portata la guerra nell’Armenia Minore, i due Domenicani ne ebbero grande paura, e ritornarono indietro sul bel principio del viaggio. I fratelli Polo proseguirono invece animosamente, insieme col giovine Marco, per quel viaggio, sopra ogni altro famoso, il quale doveva abbracciare tutta l’Asia dal Caucaso e dall’Armenia all’Oceano Pacifico, e chiudersi con una vera circumnavigazione lungo le coste della Cina, dell’India posteriore, dell’India anteriore e della regione persiana. Viaggio unico negli annali della Geografia medioevale, ed al quale non si può paragonare nessuna delle grandi esplorazioni compiute dagli Arabi attraverso le tre parti del mondo antico.
29. Riassunto del viaggio, da Acri alla Corte di Kublai. — La partenza dei tre Veneziani dalla città di Acri ebbe luogo intorno al novembre del 1271. Passando per Ayas2, Sivas, Mardin, Mossul e Bagdad, giunsero ad Ormus sullo stretto del medesimo nome, col progetto di progredire per mare; ma pare che alcuni ostacoli insorti li costringessero ad abbandonare questo loro piano e a ritornare di nuovo al nord di Ormus. Essi attraversarono quindi successivamente il Kerman ed il Khorassan, regioni della Persia, il paese di Balkh (antica Battriana) e il Badakscian, donde, per il bacino superiore dell’Oxus (Amudaria) giunsero all’altipiano di Pamer o Pamir.