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terzo viaggio. Ed è noto che sopra questo errore della distanza relativamente piccola delle coste occidentali dell’Europa da quelle orientali dell’Asia si fondava appunto il progetto del Grande Navigatore, di giungere all’Oriente navigando nella direzione di ponente.
77. Rilievi del suolo. — Alquanto più avanzate che presso gli Arabi sono le nozioni dei geografi Occidentali sopra i rilievi del suolo terrestre. Nella carta di Marino Sanudo sono chiaramente rappresentati il sistema Alpino ed il suo legame cogli Apennini. Nella Carta catalana (1375) ed in quella dei Pizigani (1367) lo sono, almeno per quanto si rapporta alla direzione generale, l’Atlante, i Pirenei, le Alpi; ma l’Apennino vi manca compiutamente, ed il Caucaso si presenta come una grande catena diretta da settentrione a mezzodì. Nell’Asia sono disegnati qua e là molti sollevamenti in posizione e in direzione affatto fantastiche ed arbitrarie, e solamente nel Mappamondo di Fra Mauro si avvicina alquanto al vero la giacitura dell’Himàlaia od Imaus. Già si è visto, nei capitoli precedenti, quale importanza, specialmente sotto l’aspetto della idrografia, attribuissero i cartografi medioevali alle celebri Montagne della Luna nel cuore del continente africano. Alcune osservazioni interessanti si leggono poi nelle relazioni dei grandi viaggiatori dei secoli XIII e XIV intorno alle elevazioni del suolo. Così Odorico da Pordenone, parlando di Azaron od Erzerum, dice che esso è un luogo naturalmente freddo perchè situato ad una maggiore elevazione che qualunque altra città del mondo. E, nel suo viaggio attraverso la Zungaria, non isfuggì al Rubruk la circostanza, che tutti i fiumi sono diretti da oriente ad occidente, e nessuno in direzione contraria.
Giustamente osserva Alessandro di Humboldt che, avuto riguardo ai tempi, sono degne di essere notate le osservazioni che Alberto Magno fa sul calore più o meno intenso prodotto dai diversi angoli di incidenza dei raggi solari, sulle variazioni del clima a seconda della latitudine e delle stagioni, come anche sulla influenza che le montagne esercitano sulle condizioni climatiche dei diversi luoghi1.
Che la configurazione della terraferma nel senso verticale sia soggetta, per diverse cagioni, a cangiamenti continui, era opinione pressoché generale. Ristoro d’Arezzo, nella sua interessante descrizione del terremoto di Vechianne, luogo vicino a Volterra, così si esprime: «Per la qual cagione del tremuoto può profondare la città, e cadere le mura e le torri e le case; e per istagione fa isquarciare e cadere lo monte; e secondo ragione può innalzare la terra, e gittarla in su e fare lo monte, e quello monte sarà sello e cupo, secondo via di ragione»2. Nelle quali parole il filosofo toscano chiaramente spiega la formazione delle montagne vul-