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ed ha fondo assai, e fa ancora un’altra bocca un po’ più avanti, e un’isola in mezzo… Questo fiume, secondo che dicono gli uomini Savi, è un ramo del fiume Gion, che vien dal Paradiso terrestre, e questo ramo fu chiamato dagli antichi Niger, che vien bagnando tutta l’Etiopia, e appressandosi al mare Oceano verso ponente dove sbocca, fa molti altri rami e fiumi oltre quello di Senega; e un altro ramo del detto fiume Gion è il Nilo, qual passa per l’Egitto, e mette capo nel nostro mare Mediterraneo; e questa è l’opinione di quelli che hanno cercato il mondo». Nelle quali parole del viaggiatore veneziano vediamo ripetersi il sistema delle biforcazioni fluviali, tanto comunemente accolto dagli Arabi e dai cartografi del Medio Evo, e che si potrebbe, fino ad un certo punto, scusare quando si ponga mente alle direzioni del Senegal, del Niger, del Komadogu (affluente dello Tsade), e dei fiumi che immettono nel Bahr-el-Ghazal tributario del Nilo sotto la latitudine boreale di circa 9 gradi.
A 50 miglia dal Senegal, verso mezzodì, il Cadamosto pose piede a terra, e quivi entrò in relazione con un signore di quel territorio, di nome Budomel1, il quale lo accolse con molta benevolenza. Durante il suo soggiorno in questo paese, che fu dì 28 giorni, il viaggiatore veneziano ebbe occasione di radunare molte notizie intorno alle produzioni naturali del territorio del Senegal, ed alle condizioni fisiche, morali della popolazione, ai costumi ed ai commerci, ed è forse per questa importante parte della sua relazione che il celebre Ritter si credette autorizzato ad affermare che il Cadamosto fu per l’Africa occidentale ciò che Marco Polo era stato per l’Asia orientale e meridionale2.
Desideroso di scoprire nuove terre, e principalmente di esplorare più da vicino il paese di Gambra (Gambia), che alcuni
- ↑ V., più sopra, il paragrafo 57.
- ↑ Carlo Ritter, Geschichte der Erdkunde und der Entdeckungen, pag. 232.