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dapprima portato nel campo dei Pretoriani, ed indi in Senato qual nuovo Monarca, e Imperator dei Romani1. Nerone senza dubbio messe a morte tutti i suoi congiunti di sàngue, e fra questi la stessa sua madre, ogni suo benefattore, e maestro, e chiunque distinguevasi con particolari doti, e virtù, ed aveva pure in mira di levar dal Mondo tutti i Senatori, e distruggere l’ordin loro2. Di più diede il fuoco a Roma11, saccheggiò i Romani, come le Provincie, e desiderava di regolarsi in guisa che non rimanesse più nulla ad alcuno, dandosi il vanto che da nessun Romano Imperatore erasi aneor conosciuto ciò, che esso eseguir poteva3. Tutti questi orrori, e quest’eccesso di Despotismo non erano però nella minima parte nuovi, mentre Tiberio, Caligola, e Claudio avevan detto, e fatto lo stesso, ed alquanto di peggio, e Nerone non fu certamente un mostro così abbominevole come Caligola, Domiziano, Commodo, ed Eliogabalo, quantunque il proprio suo padre si fosse espresso che da lui, e da Agrippina non altro generar potevasi che un soggetto detestabile, e

  1. Svet. c. 8.
  2. Ibid. c. 35— 38.
  3. Ib. c. 32. „Nulli delegavit officium, ut non adjiceret: seis quid mihi opus sit, et, hoc agamus, ne quis quidquam habeat„ e al c. 37. Elatus, inflatusque tantis velut successibus, negavit quenquam principum seisse, quid sibi licerat„.