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CAPO XX. 45

stessa di Sulci, in cui, poco innanzi, sono stati ritrovati sopra corpi morti alcuni pezzi di notabili armature di bronzo1. Non diversamente nell’isola di Gozo, mentovata di sopra, si trovano in molto numero altre consimili grotte sepolcrali, secondochè portava l’immutabile costume e rito fenicio-cartaginese, al pari dell’etrusco: in vigor del quale i sepolti non aveano monumenti allo scoperto, ma tombe cautamente celate sotterra. Il che avverto qui espressamente onde mostrare, con tutta la maggiore probabilità, che i Nuraghi sardi non han potuto essere con proprietà sepolcri2.

Ancora che Strabone non avesse detto affermativamente che gli Etruschi abitarono in Sardegna3, lo avrebbe persuaso sì la vicinanza delle coste tirrene,

  1. Mem. dell’Accad. delle scienze di Torino. T. xxv. cl. delle scienze morali, p. 107. p. 119.
  2. Espongo i miei dubbi, senza contrastare all’opinione altrui. Nè trovo tampoco ragioni sufficienti a credere i Nuraghi lavori de’ coloni etruschi, e molto meno de’ greci. Se, come pare probabile, l’autore dei racconti maravigliosi (p. 1159), ebbe in mira cotesti monumenti, dove narra dei Tholi (θόλοι) «edifizj costrutti all’antica maniera greca»; questo solo basterebbe a provare che gli Elleni non udirono altro che relazioni fantastiche di viaggiatori: quindi v’accomodarono alla loro maniera la favola, che Iolao ne fosse l’edificatore. Forse il mirabile racconto veniva da Timeo, che scrisse a un modo stranissime cose della Corsica, e ne fu ripreso da Polibio agramente.
  3. Καὶ συνοικῆσαι τοῖς τὸν νῆσον ἔχουσι βαρβάροις. Τυῤῥηνοὶ δ´ ἦσαν. ὒστερον δὲ Φοίνικες πατεκράτησαν οἱ ἐκ Καρχηδόνος. Strabo v. p. 155.