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300 CAPO XXVIII.

misura che il commercio marittimo, separandosi dalla pirateria, andava acquistando pe’ trafficanti maggiore sicurezza ed importanza mediante scambievoli e regolari baratti. Periodo propriamente istorico, il quale divisiamo soltanto di considerare in questo luogo per rispetto al più esteso incivilimento, ed alla forza e ricchezza progressiva, che indi ne vennero alle nostre operose nazioni.

Abbiamo già mostrato altrove, nè fa di bisogno ripeterlo, per quali e quante cure incessanti attendevano in casa loro gli Etruschi alle faccende navali1. Grandi e poderosi per imperio terrestre prima che nascesse Roma, essi non erano niente meno potenti per dominio marittimo. Tanto che a solo riguardo della loro prevalente signoria nel tempo antico, i due mari inferiore e superiore che circondano Italia, tolsero il nome di mare Tirreno e di Adriatico. Prima compagni dei Cartaginesi in vigor di trattati; indi emuli alla potenza punica navale nel secondo e terzo secolo, già gli Etruschi marittimi, con ardentissima competenza di navigazioni, s’inoltravano arditi con legni armati per tutte le vie del mediterraneo sino alle spiagge dell’Asia occidentale2. Le colonie che tenevano in Corsica e in Sardegna porgevano agli Etruschi una stazione media opportunissima alle loro consuete navigazioni, tanto per la Spagna, che per il lido

  1. Vedi Tom. i. p. 151. e di sopra p. 50. sqq.
  2. Herodot. vi. 17.