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CAPO XXVI. 279

stria loro in dare scolo alle acque soprabbondanti per mezzo di canali e di emissarj, è di più attestata dai mirabili lavori idraulici condotti dagli Etruschi nell’Italia superiore, di che abbiamo ragionato altrove1. Or per sì molte bonificazioni delle campagne, per la grande facilità del nutrimento, e per la semplicità de’ costumi, troppe erano le cause fisiche e morali che qua concorrevano con forza alla moltiplicazione della specie. Nè potrebbesi tampoco porre in dubbio, che l’Italia intera non fosse anticamente assai più popolata che non oggigiorno. La legislazione non avea uopo rimunerare il matrimonio, perocchè ciascuno trovava intorno a se facilità di far sussistere l’individuo cui dava il giorno, nè v’era sollecitato per altro impulso se non che della natura e del piacere. Merito della sobrietà congiunta col lavoro era altresì una prospera vecchiezza munita di belle figliolanze2. Premio e gaudio tanto più valevole in allora, quanto minore era la cura di risparmiare nell’opere dell’agricoltura e dell’arti manuali le forze vive, ed i propri sudori.

  1. Vedi Tom. i. p. 111. 235.
  2. Plin. vii. 49.; Phlegon Trall. de longevis. Nel censo fattosi sotto i due Vespasiani, nella sola regione tra gli Appennini e il Po si ritrovarono 295 individui che aveano vissuto oltre a cento anni. Nella sola Velleja si contarono 6 persone di 110 anni; 4 di 120; una di 140.