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CAPO VII. 111

una delle dodici sovrane di questa nuova Etruria, nel cui numero si vuol comprendere anche Melpo, che Cornelio Nipote chiama opulentissima1, e che dipoi fu disfatta dai Boj e Senoni il giorno stesso in cui Cammillo prese Vejo. Nulla di più sappiamo nè del nome, nè della situazione dell’altre otto città che completavano l’unione: ancorchè da per tutto ugualmente i dominatori attendessero a migliorare il paese, cangiando l’antico stato palustre di grandissima parte del territorio più depresso in fertili campagne. Così nel tenimento di Adria fecero essi con arte maestra, per traverso alle bocche impaludate del Po, quegli scavi e canali che da sette laghi, chiamati i sette mari, scaricavano le piene del fiume in mare2; e mediante le fosse Filistine, che da lontano e interno paese portavano l’acque soprabbondanti al mare vicino a Brondolo, era parimente riuscito agli Etruschi di sanare intorno il Delta intero del Po, compreso tra le lagune venete e il lago di Comacchio. Tutti lavori grandissimi e di perseverante volere, che attestano con piena certezza le cure instancabili del civili dominanti sì per la salubrità della provincia, come per la continuazione del miglioramento, e accrescimento della popolazione soggetta.

    o Volsinii dell’Etruria media: l’e: cangiavasi spesso in o: così da Felathri, Volaterræ.

  1. Opulentia præcipuum. ap. Plin. iii. 17.
  2. Plin. iii. 15.