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192 CAPO XXIII.

il numero mistico dell’Etruria1: dieci numero perfetto, il fatale2: quello stesso dei secoli promessi alla durata del popolo. Tal è parimente la progressione numerica delle loro cifre, che veggonsi scolpite ne’ monumenti nazionali, massimamente per segnare gli anni della vita3. E noi stessi, senza saperlo, adoperiamo tuttodì le medesime cifre etrusche sotto il nome volgare di numeri romani.

I gravi studi erano temperati dalle facoltà dell’imaginativa, e dalla cultura d’arti più dilettevoli e più liete. Il gusto dell’armonia, sì naturale all’uomo, produsse fra tutti i popoli l’espressivo linguaggio della poesia. Versi sacri, eroici, pastorali, furono i primi tentativi della fantasia, la quale provava le sue forze per mezzo di vivaci e liberi improvvisi. Tali a quel che sembra, possono dirsi tra noi gli antichissimi carmi de’ Fauni e de’ Vati; le cantilene osche; e l’aspro o

    rus rerum omnium fere nodus est. Cicer. in Somn. Scip. ap. Macrob. 6.

  1. Dodici città: dodici dei: dodici millenarj ec. Vedi sopra p. 102. 174.
  2. Dieci: trent’anni. Vedi sopra p. 141. Dicean i teologi che il numero dieci, duplicato del cinque numero ordinativo, era l’immagine della causa eterna che regge l’universo. Plutarch. de inscript. ei. T. ii. p. 389.
  3. i. ii. iii. iiii. λ. x. ↓. c. Vedi tav. cv. Il numero x: desen.tesen: come dicono le tavole di Gubbio latine, era comune per tutta Italia: lo abbiamo replicato nelle medaglie etrusche, nelle umbre, nelle sannitiche, ed in moltissimi altri monumenti.