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CAPO XXIII. 191

vocabolo tosco, il giorno che parte in due ciascun mese1: ogni dì seguente il periodo settimanale chiamavasi le none2: e il giorno civile v’incominciava dall’ora sesta, cioè a dire dal mezzodì, dove che i Romani lo principiavano a mezzanotte3: uso propriamente etrusco, che passò tal quale agli Umbri4. L’anno magno toscano, comechè non possa dirsi qual fosse il suo periodo numerico, fa bensì conoscere, che l’astronomia degli Etruschi s’uniformava molto alle ipotesi degli Egizj. All’opposto i preti Marsi davano alle costellazioni ordine e nomi diversi a quelli della sfera egizia5. I numeri erano per gli Etruschi cosa di gran rilievo sì nell’ordine religioso, sì nel civile: il numero settenario s’applicava per esso loro alla durata della vita umana6: dodici pare che fosse

    tutt’altra ortografia: Amphiles (maggio), Aclus (giugno), Traneus (luglio), Ermius (agosto), Caelius (settembre), Xofer (ottobre), Velitanus (marzo): quest’ultima voce è la sola che serbi sua radice propriamente etrusca. Vedi Tom. i. p. 149. n. 167.

  1. Varro l. l. v. 4.; Macrob. Sat. i. 15. Uso anche dei Sabini.
  2. Macrob. l. c.
  3. Varro ap. Macrob. i. 3. et Gell. iii. 2.; Plin. ii. 77.; Censorin. 23.
  4. Serv. vi. 535.
  5. Ophiuchus: decimae tertiae partis Capricorni facit Marsos. Jul. Firmic. in Sphaera Barbaric. viii. 15. Il Dragone non era cognito, né mentovato nell’astronomia degli Egizj. Achil. Tatius ad Phaenom. Arati P. ult.
  6. Varro ex libris Fatalibus ap. Censorin. 14. — Qui nume-