drittura venian qua in terra vibrati dalle mani stesse de’ più potenti iddii1. E buon presagio davano quelli che cadean giù alla sinistra dell’esploratore2: perchè chiunque ricercasse auspicj gli aspettava in un determinalo spazio del cielo3. Gli Etruschi, a tal rispetto, dividevano la sfera celeste in sedici parti o regioni4; in ciascuna di quelle sezioni del loro tempio augurale vi davano anche proprio domicilio e presidenza agli iddii5, nella guisa che l’egizie divinità occupavano sessanta distinte e determinate regioni del cielo; dottrina manifesta per tutti i rituali funerarj e liturgici dei papiri. Mostreremo appresso come ad ogni bisogno l’arte fulgurale etrusca ministrasse per via simbolica attiva cooperazione al governo civile, independentemente dalla parte scientifica o fisica, che le porgeva materia d’utili indagini e d’incremento. Sì che per vera cosa, quest’amplissimo sacerdozio degli auguratori, anzi che spregevole superstizione, era in
- ↑ Vedi sopra p. 103. — Manubia, con voce tosca, dicevasi il fulmine e lo stesso saettare. Serv. i. 42, ex libris etruscorum. Festus v. Manubiae.
- ↑ Da ciò le immagini degli dei maggiori impugnano il fulmine colla sinistra, altri colla destra. Vedi Dempster. T. i. tav. iii, ed i nostri monum. tav. xxx. 3., xxxii. 4.
- ↑ Falando apud Hetruscos significat coelum. Festus v. Falae.
- ↑ Cicer. de Div. ii. 18.; Plin. ii. 54, ex libris Thuscorum: e per gli estratti di Gio. Lido propriamente dette: templi auguralis regiones. de Ost. p. 176.
- ↑ Dottrina divisata da Marziano Capella nella sua divisione del cielo. i. 15. p. 57 sqq.