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124 CAPO XXII.

per dir tutto in poco, ne’ Volsci, Ernici, Peligni, Sanniti, e ogni altra gente nostrale, dove la scienza era di pochi, più maggiormente si riverivano gran numero di deità sante patrie e locali, la cui natura o celestiale, od eroica, propizia al luogo natìo1, poteva meglio comprendersi da intendimento volgare. Per gli Umbri Visidiano proteggeva Narni: Valenzia Otricoli2. I Volsci aveano Delvenzio a difensore di Cassino3: Marica, tenuta colà presso al Liri in grandissima religione, guardava e servava Minturna4. Così la dea Pelina ne’ Frentani5; Volturno iddio6, ricordano altri numi locali benevolenti: nè vogliamo tacere di due eroi divinizzati entrambi indigeni: Epidio Nuncionio entro Nuceria Alfaterna7, e Virbio in Aricia, trasformato da stranie favole nel casto Ippolito8. Più recondite religioni celava non-

  1. Dii enim topici, id est locales, ad alias regiones numquam transeunt. Serv. vii. 47
  2. Tertull. Apolog. 24.
  3. Idem. Sono questi gli dei che lo stesso fervido Padre chiama per dispregio: Deos decuriones cujusque municipii, quibus honor intra muros suos determinatur. Tertull. ii. ad nationes.
  4. Strabo v. 161.; Serv. vii. 47. Deità parimente dei Piceni, venerata nel Luco sacro dei Pesaresi.
  5. Muratori, Inscripit. cl. i. p. 44. cl. v. p. 367. S. Pelino è oggidì il grande protettore di quella contrada.
  6. Varro l. l. vi. 3.
  7. Vedi Tom. i. p. 284.
  8. Ovid. Met. xv. 542. sqq.; Virgil. vii. 761. sqq.; Pausan. ii. 27. firpi, Virbius; come , Vibius.