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CAPO XXII. 123

Sanco della religione sabina1; nè fa specie quivi ritrovarlo come dio nazionale degli Umbri, perchè tanto essi, quanto i Sabini s’attenevano l’un l’altro per affinità originaria, attesa la discendenza comune dagli Osci2. Per la prosperità delle campagne, per l’ubertà delle ricolte, per la tutela de’ confini, vigilavano a un modo deità propriamente agresti3, e ciascun popolo aveva le sue. Ma, come i Sabini veneravano un Giove Cacuno, così gli Umbri abitatori di contrada montuosa e silvestra, coltivavano un Giove Appennino, il cui tempio rovinato si vede là su per le cime discosto tre miglia da Chiascerna: l’antico Clavernio delle tavole eugubine4. E questo culto antichissimo di Penino od Appennino, comunque voglia dirsi, si trova ampliato non tanto per le giogaie del nostro grande Appennino, quanto per le sommità delle Alpi5, quasi egli fosse il nume sovrano che signoreggiava la sottoposta Italia da’ più alti e scoscesi suoi gioghi. Tanta semplicità primitiva nella credenza popolare cessava però dunque a fronte di più studiate religioni. Onde non solo nell’Umbria, ma,

  1. Fisovie. Sansie. Fiso. Sansie. Filio (Jovis) Sanco. Tav. vi. 1. 3. 9.
  2. Vedi Tom. i. p. 73. 189.
  3. Come Rupinie nella tav. iv. eugubina, interpetrato Robigo.
  4. Claverniur. tav. iii. in caratteri latini. Le tavole stesse di Gubbio furono trovate nel 1444 qua presso la Scheggia, non lungi al tempio di Giove Appennino.
  5. Liv. xxi. 38.