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CAPO XXII. 99

e mirabili che sono a tutti palesi1. Così traslasciando d’addurre altri simili esempi, non havvi forse un solo iddio nazionale e paterno di questa nostra terra, sotto alcuna allegoria o naturale o locale, il qual non si ritrovi ugualmente trasformato e cangiato dal primo senso mitologico, in senso al tutto simbolico; cioè trasferito dal semplice al composto; dal particolare al generale; naturalissimo processo dell’umana mente: sì che appena possono ravvisarsi pochi e pretti lineamenti della primitiva forma nelle italiche favole divine. Ma bastano almeno a confermare, ch’elle nacquero di sentimento religioso tra noi conformi a’ costumi, e confacenti in ogni cosa allo stato morale del popolo: tanto veramente che per invecchiate consuetudini le garantie stesse legittime del diritto e della conservazione sia della proprietà, sia dell’unione civile e coniugale, sia della città, pigliavasi in tutto con simboli espressivi e con santità di formole evidentemente tratte dal costume della vita agricola e pastorale2. E può credersi anche fermamente, che la moltitudine delle genti si mantenesse stabile così nella credenza, come nelle tradizioni semplici de’ padri; mentrechè al contrario per progressivi studi di

  1. Ovid. Fast. i. 238. sqq.
  2. Vedi sopra. p. 85 e Tom. i. p. 106 e 107. Argomento verissimo, sebbene troppo largamente applicato da un autore alemanno al gius civile romano. Dorn Seiffen, Vestigia vitae nomadicae in morib. quam legib. roman. conspicua. Traject. ad Rh. 1819.