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CAPO XVII. 331

gio1, che avean ristretto in pochi lo stato, passarono con più prontezza e facilità alla tirannide. Taranto da reggimento monarchico-aristocratico2, passò alla democrazia3: ma sì per le rinascenti sedizioni interne, sì per l’ambizione e le malvagie arti dei re di Siracusa, venne meno in tutte la pubblica libertà e la potenza.

Le città greche più antiche degli Italioti, insieme colle lor colonie, formavano intorno le due riviere inferiori del mare Tirreno e dell’Adriatico quel corpo di paesi, che intitolavasi Magna Grecia. Sotto questa denominazione collettiva s'additavano generalmente i luoghi occupati dai Greci d’ogni stirpe; ma non si trova che gli antichi determinassero mai esattamente l’estensione geografica della Magna Grecia, talvolta ristretta alla sola penisola dei Bruzzi, ed ora ampliata a tutta la Sicilia4. Era quel nome illustre di già fiorente nell’età di Pitagora5: e ben a ragione i Greci si gloriavano del loro dominio in queste felici contrade6, non meno prospere per lo stato di tante gloriose repubbliche, che per la dignità della scuola

  1. Aristot. de Rep. v. 12.; Antioch. ap. Strab. vi. p. 178.
  2. Herodot. iii. 136: nel qual luogo si fu menzione di un Aristofilide re dei tarantini.
  3. Aristot. de Rep. v. 3., vi. sub fin.
  4. Polyb. ii. 3.; Strabo v. p. 175.
  5. Polyb. l. c.
  6. Ipsi de ea (Italia) judicavere Graeci genus in gloriam suam effusissimus; quotam ex ea appellando Graeciam magnam. Plin.